[...] Un pittore realista: una fedeltà assoluta alla realtà, rappresentata nei suoi oggetti quotidiani, con tecnica sapiente e precisione calligrafica. Le immagini balzano vere dal quadro.
Un pittore iperrealista: un perfezionismo totale di raffinata modulazione cromatica, di straordinario rigore di analisi, di corposa resa volumetrica e spaziale, di attenzione ai minimi particolari, di impostazione descrittivo-narrativa. Il dipinto, nel suo virtuosismo riproduttivo, crea quasi un’illusione mimetica.
Un pittore surrealista: un’ambientazione straniata, illogica, sconcertante, con cui è costruito il quadro, getta l’ignaro e ingenuo spettatore nella
costernazione dell’interrogativo senza risposta. Perché? cos’è? è il classico “trompe l’oeil” rivisitato in salsa concettuale? è una evocazione allusiva della metafora, alla Magritte? è la “vita
silente” dei paesaggi metafisici di De Chirico? è e non è. Amleticamente la pittura di Sciancalepore nasconde significati reconditi che tocca al fruitore scoprire e interpretare, scavando in se
stesso, nella vita e nell’esperienza dell’uomo. Così, catturato dall’ambiguità, dall’allusione, dal gioco degli specchi e dei rimandi, dalla fuga del quotidiano, lo spettatore, insieme
all’artista, può attingere mondi diversi, quasi volando al di là della realtà, verso l’unica, assoluta e pura libertà che è quella dell’immaginazione e
dell’espressione.
Altamura, 1997