Scrive Enzo Papa nella presentazione del catalogo della mostra presso la Galleria d'Arte Micrò - Torino, 2004:
[...] Il contenitore dell’anima si conferma in moduli scatolari protettivi, idonei a custodire e a tutelare, dentro i quali l’artista pone al riparo le memorie incontaminate dell’infanzia e la purezza primordiale degli elementi vitali della natura, le nuvole (e l’acqua che ne deriva), il mare sconfinato, che apre gli orizzonti agli itinerari liberi e liberatori dell’immaginario, le conchiglie come simbolo di protezione, altra illusiva certezza di immunità. Le teche dell’artista ricettano anche porzioni della realtà modellata dalla storia, come i Trulli o i Sassi, patrimonio non solo materiale, ma squisitamente spirituale dell’umanità di oggi e di sempre.
Nelle categorizzazioni dell’arte la pittura di Sciancalepore assume una connotazione che interseca trasversalmente la Metafisica e il Surrealismo, l’una eccedente il mondo materiale delle cose, esaltandone la lirica della solitudine, e l’altro mutuante i morfismi della dimensione onirica in stato di veglia.
Ma la pittura di Paolo
sopravanza le correnti storiche negli aspetti che evocano l’indefinito fantastico della prima età, ricco e pregnante di valenze ideali, lucidamente vagheggiato in età adulta e riproposto nella
dignità dell’arte, per restituire all’autore stesso, ma anche lo spettatore, il candore degli spazi primitivi, ignari delle inesorabili contaminazioni fisiche e morali, attraverso cui si evolve e
si tempra il pensiero cosciente e il carattere dell’uomo adulto.