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Sito finalizzato alla conoscenza/diffusione della mia arte e stabilire possibili contatti finalizzati a organizzare mostre personali anche all'estero, conoscere altri artisti in sintonia con il mio stile pittorico.

maggio 2005



SEDIMENTA

personale di Paolo Sciancalepore
Spazio Comunale Aperto all'Arte
"Maggio Molfettese"


presentazione in catalogo
Gaetano Centrone



 

Paolo Sciancalepore appartiene a una razza particolare d’artista: le sue opere infatti, non colpiscono per la veemenza delle forme o dei colori, con lo shock derivante dall’impeto dell’involucro, bensì si insinuano sottopelle, poco alla volta, fruizione dopo fruizione. Lo spirito delle sue tele è una melodia soffusa non immediatamente percepibile e distinguibile al primo ascolto, ma con il tempo avvolge e conquista, ammanta e cerca senso e sistemazione.

La critica che si è occupata della sua arte ha declinato – quasi sempre a ragione – le varie gradazioni di reale presenti nelle sue realizzazioni, tirando in ballo le categorie storiche di realismo, iperrealismo e surrealismo, e finanche la Metafisica. Diverse gradazioni di reale che presuppongono diversi approcci alla realtà, diverse modalità di percezione del mondo delle forme e diversa manipolazione delle apparenze. Eppure il modo di stare al mondo è uno solo. Quello personale e autentico d’artista.

Le tele di questi anni ricamano insistentemente una ricerca spaziale che esplora il luogo, allo stesso tempo fisico e mentale: quasi sempre la scena si apre su una spiaggia, una mare, un ambiente più o meno concluso che altro non è dall’illusione ottico-percettiva di una quinta scenografica. [...]

Scatole che racchiudono paesaggi e ambienti, uomini e animali, trasformando la riproduzione illusoria dei dati sensibili in delirio iperrealista da collezionismo. Con una realtà evidentemente messa sotto vetro, privata di atmosfera, messa tra parentesi. Costipata tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Ma cosa c’è dietro questo problema di percezione? Chi è l’attore protagonista sempre evocato, sempre atteso, e mai direttamente raffigurato? Ad una attenta riflessione non si può non concludere con una sola risposta: l’uomo. “Né angelo né bestia” secondo la definizione di Pascal, ma potenzialmente capace di toccare i due estremi, perennemente in bilico tra la polvere e l’altare, la dannazione e la salvezza. Capace di compiere gesti sublimi o, al contrario, terribili. L’uomo dunque come congiunzione ideale tra la caducità del mondo delle forme e l’immortalità degli dei. La cui presenza è qui affidata al sentimento di natura e alla costruzione mitologica. [...]

Al culmine di una prolungata crisi, in età contemporanea, della società occidentale e della cultura che essa esprime, in epoca di post esasperati e in pieno melting pot culturale bulimico e autoreferenziale, l’arte di Paolo Sciancalepore opera dunque un colto e sapiente pastiche postmoderno, un raffinato gioco mescolatorio di stili e esperienze, una ricerca sull’uomo e la sua eterna altalena tra l’esperire e il sognare, tra il costruire e il ri-costruire fantasticamente un ordine. Con la neanche troppo segreta speranza di acchiappare un giorno Balio e Xanto, e fuggire lassù, dove il mito ha avuto origine.


Gaetano Centrone




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