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14 febbraio 2011 1 14 /02 /febbraio /2011 03:00

BRERA IN NIGHT

fuori salone B.I.T.

18 Febbraio 2011

fino alle 23,00

LocFuoriBITMail

 

In concomitanza con la Fiera BIT (borsa internaz. del turismo), Brera, il quartiere degli artisti e delle nuove tendenze, il cuore pulsante di Milano, ospita nei suoi spazi i Paesi del mondo, diventando così il naturale bacino del fuori salone e di tutta la cittadinanza, domestica ed internazionale, che vuole partecipare a questa grande festa cittadina.

 

Le vetrine dei negozi saranno vestite e decorate con tutto ciò che caratterizza lo Stato ospitato.

 

Alla galleria d'arte Ponte Rosso evento “Grecia: colori e Mito”: incontro con i dipinti di Paolo Sciancalepore, un pittore italiano che osserva la Grecia dalla Puglia, interpretandone i colori e i Miti.

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Published by Paolo Sciancalepore - in mostre
4 dicembre 2010 6 04 /12 /dicembre /2010 04:00

 

invito natale 2010

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14 luglio 2010 3 14 /07 /luglio /2010 04:00

locandina

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Published by Paolo Sciancalepore - in mostre
2 ottobre 2009 5 02 /10 /ottobre /2009 05:00
MUSEO DEL VIAGGIO
POSITANO

mostra di pittura

INCONTRO D'ARTE
Gemellaggio artistico tra i comuni di Corato e Positano

presentazione di
Pasquale Pisani

a cura di
Michele Scarpa


Paolo Sciancalepore
Nicola Tullo
Franco Rutigliano
Vincenzo Padula
Vincenzo Piazza
Gregorio Sgarra
Michele Macchia
Michele Vurro
Antonio Di Lemme
Paolo Desario
Luigi Basile
Pasquale Guastamacchia
Vincenzo Petrizzelli
Giancarlo Angeloni
Costantino Ragusa


10 - 25 ottobre 2009

"Posa, posa" olio su tela (50x60) - 2009



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1 ottobre 2009 4 01 /10 /ottobre /2009 06:00

Galleria d'Arte PONTE ROSSO
Milano

mostra di pittura

RITORNIAMO A VEDERE IL MARE

presentazione di
Carlo Adelio Galimberti


Barbieri - Bartolini - Bellotti - Beltrame - Bramabati
Carpi - Castellani - Colusso - Consadori - Conversano
Cortiello - Cotugno - Del Bon - De Rocchi - Emanuele
Filocamo - Flangini - Galimberti - Ginepri - Giunni - Labò
Lilloni - Maffei - Melo -
Milà - Morelli - Moro - Palazzi
Paradiso - Pastorio - Perelli Cippo - Ramponi

Sciancalepore - Senigaglia - Sperati - Spilimbergo
Venuti - Vellani Marchi - Vernizzi - Vitale



8 ottobre - 1 novembre 2009

"Positano in un interno" olio su tela (50x50) - 2009

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12 settembre 2009 6 12 /09 /settembre /2009 07:00


Galleria d'Arte PONTE ROSSO
Milano


LA NUOVA GENERAZIONE DEL PREMIO DALLA ZORZA

mostra di pittura

Vittorio Carradore
Paola Ginepri
Tiziano Lombardini Chika Mochida
Lucia Ragusa
Paolo Sciancalepore
Enrico Suzzani



12 settembre - 4 ottobre 2009





"Melanconia" olio su tela (100x70) - 2009




"La voce di Poseidone" olio su tavola (30x30) - 2009

 

 

 

"La fabbrica delle nuvole"  olio su tela (100x70) - 2009

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1 dicembre 2008 1 01 /12 /dicembre /2008 08:42

APPUNTI DI VIAGGIO

acquerelli di Pasolo Sciancalepore
studio4 Art Gallery
Molfetta

dal 1° al 31 dicembre 2008










"Madrid, plaza de Espana" - acquerello su carta (15x11) - 2008



"La Mezquita, Cordova" - acquerello su carta (17,5x25) - 2007

 


"Parigi, Pont de la Concorde" acquerello su carta (25x17) - 2005

 

 

 

 

 

 


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11 ottobre 2007 4 11 /10 /ottobre /2007 15:16


UNA FINESTRA SUI NOSTRI SENSI

personale di Paolo Sciancalepore
Galleria d'Arte PONTE ROSSO
Milano


11 ottobre - 4 novembre 2007

presentazione in catalogo
Carlo Adelio Galimberti




Quando si osserva la produzione pittorica di Paolo Sciancalepore si è immediatamente sedotti dalla attenta e minuziosa tecnica di rappresentazione, che libera tutto il fascino dello spettacolo di un’indiscussa maestria del dipingere. È un’attrazione che Sciancalepore aiuta artificiosamente, dipingendo scenari e finestre che invitano il nostro sguardo a superare la prosaicità della riproduzione del quotidiano, per aprirsi ad una narrazione nuova che libera racconti inediti, che vogliono invitarci a riprendere il filo del senso delle cose che la nostra coercitiva ragione ha soffocato nello stretto ambito del significato. È questo d’altronde il compito della poesia, che nel suo etimo contiene appunto la liberazione di sensi nascosti, che Sciancalepore veste con l’ammaliante tessuto della pittura.

Guardando i suoi dipinti ci si sente  avvolti da un meditativo silenzio. L’artista costruisce ambiti in cui riesce a far tacere il chiacchiericcio del mondo, sospingendoci fuori dai ritmi quotidiani, da quel susseguirsi di gesti, di ore e di giorni che spesso stenta a mostrarci il perché del loro incalzare, impedendo l’ascolto delle mille storie che ogni cosa custodisce e che Sciancalepore ci restituisce con la soavità del suo dipingere.

Un dipingere apparentemente realistico, se così vogliamo definire la riconoscibilità di ambienti e oggetti. Ma la riconoscibilità è subito sospinta verso territori spiazzanti, verso improbabili ambienti, per far in modo che ciascuno di noi si ponga finalmente domande, abbandonando le aride risposte della ragionevolezza, per liberarci verso l’affascinante interrogazione della realtà che, come diceva Lacan, è appunto irrappresentabile.

Ci piace immaginare che Sciancalepore apra la sua rassegna con l’opera Porta di mare, in cui l’apertura centrale sfonda la granitica certezza d’un muro che, anziché proteggere, soffoca la nostra visione. Così come Stasi suggerisce di salire quei gradini per superare l’ostacolo d’un guscio di riccio ridotto così da quell’aggressivo atteggiamento umano che chiede agli esseri cosa servano anziché cosa siano. E cosa fosse un riccio ce lo dice quella striscia di mare che sfida la prepotenza della costruzione, per liberare la sensazione dell’infinitezza dello spazio e della profondità di senso d’ogni vivente.   E così via, in questo affascinante tragitto in cui si percorrono gli ambienti dove la nostra immaginazione viene delicatamente sollecitata e sospinta, affinché sedotta dal fascino pittorico, si alzi e si muti in riflessione e pensiero. Così come nell’opera Nous, l’artista ci invita a questo viaggio, disseminando nel cielo una serie innumerevole di conchiglie, che escono dalla loro comprensibile funzione per parlarci d’altro, per innalzare il nostro pensiero, per raccontarci l’inudubile, il non visto, il non pensato, e parlarci così di una natura non banale, colta per frammenti distribuiti in contesti improbabili, così come la Sibilla spargeva i messaggi degli Dei.

Gli Dei, appunto, così costantemente richiamati nelle titolazioni dei dipinti di Sciancalepore. Quegli Dei che abitavano il mito prima che la ragione spiegasse il mondo. Il mito che riusciva a mantenere quella rugosità intrigante delle vicende umane, che la piattezza della ragione distoglie dal fascino del chiaro-scuro, della luce e dell’ombra. Il mito, quel potente racconto che ci suggerisce un senso della vita inedito rispetto ai nostri codici, presentandoci un mondo incomprensibile per la concettualità contemporanea, ma denso di quella potenza creativa che ogni racconto custodisce e che ci regala una quantità infinita di sensazioni, tante quanto saranno quelle di coloro che vorranno disporsi al suo ascolto. Ed è in quest’emergere di sensazioni uniche, diverse da quelle suscitate in altri, che ciascuno di noi ha la possibilità di riconoscersi nella sua unicità, liberata dalla uniforme funzionalità spesso ripetitiva cui il vivere contemporaneo ci costringe. È quello che ci suggerisce La spiaggia di Teti, dove uno scoglio alberato, sottratto alle carezze delle onde, si posa su di un tavolo di tutti i giorni affinché il nostro sguardo si sollevi dalle incombenze quotidiane e si liberi verso purezze di spazi che si aprono in cieli di sogno.

Sono scenari rarefatti, vagamente surreali, in cui spicca l’assenza della figura umana. Un tempo l’arte veniva giudicata “superiore” quando ospitava la figura umana per racconti eroici, mitici o religiosi. Ma con la modernità si è riconosciuto che anche gli elementi non umani sono portatori di profondi valori. Noi infatti ci esprimiamo anche mostrando il nostro rapporto con l’ambiente e con i suoi prodotti, che possono essere eleganti o grossolani, burleschi o drammatici, strazianti o sereni: vestiti dalla maestria della pittura di Sciancalepore ci sono offerti come puri stati d’animo.

È questo un’intrigante inganno dell’artista che, paradossalmente, fa così della pittura astratta, se vogliamo così dar retta al realista Courbet per il quale “astratto” è quello che si immagina, diverso da quello che vedono i nostri occhi.

È quindi un mondo dove visionarietà, illusione, sogno ed incanto, si mescolano alla narrazione sapiente del mito, che ancora descrive il cammino degli uomini che pare appunto agire nell’inconsapevolezza della follia degli Dei. E tutto è accompagnato dallo splendore delle opere di questa intrigante raccolta dei lavori di Sciancalepore. Un artista che ha sciolto sulle superfici dipinte un racconto che dice di eventi, uomini e idee, e che l’evocante mitologia che sale dalla sua terra pugliese, che ha conosciuto la sapienza greca, ha saputo suggerirgli di tradurre in quella maniera realistica che disegna persuasivi oggetti, ambienti e concetti. È come se la pittura di Sciancalepore che felicemente sta in mezzo tra realtà e immaginazione abbia voluto dire a tutti noi una delle verità sull’esistente, nascondendola, per dirla con Dante, sotto le spoglie d’una splendida menzogna.

 

Carlo Adelio Galimberti

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8 agosto 2007 3 08 /08 /agosto /2007 12:39




"PIETRA VIVA - Percorsi culturali nel Centro Storico"

personale di Paolo Sciancalepore
Spazio Comunale Aperto all'Arte - Molfetta
12 - 18 agosto 2007



g05 La Vetta degli Dei (150x90)
"La vetta degli Dei" olio su tela (150x90) - 2005









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28 aprile 2005 4 28 /04 /aprile /2005 13:44



SEDIMENTA

personale di Paolo Sciancalepore
Spazio Comunale Aperto all'Arte
"Maggio Molfettese"


presentazione in catalogo
Gaetano Centrone



 

Paolo Sciancalepore appartiene a una razza particolare d’artista: le sue opere infatti, non colpiscono per la veemenza delle forme o dei colori, con lo shock derivante dall’impeto dell’involucro, bensì si insinuano sottopelle, poco alla volta, fruizione dopo fruizione. Lo spirito delle sue tele è una melodia soffusa non immediatamente percepibile e distinguibile al primo ascolto, ma con il tempo avvolge e conquista, ammanta e cerca senso e sistemazione.

La critica che si è occupata della sua arte ha declinato – quasi sempre a ragione – le varie gradazioni di reale presenti nelle sue realizzazioni, tirando in ballo le categorie storiche di realismo, iperrealismo e surrealismo, e finanche la Metafisica. Diverse gradazioni di reale che presuppongono diversi approcci alla realtà, diverse modalità di percezione del mondo delle forme e diversa manipolazione delle apparenze. Eppure il modo di stare al mondo è uno solo. Quello personale e autentico d’artista.

Le tele di questi anni ricamano insistentemente una ricerca spaziale che esplora il luogo, allo stesso tempo fisico e mentale: quasi sempre la scena si apre su una spiaggia, una mare, un ambiente più o meno concluso che altro non è dall’illusione ottico-percettiva di una quinta scenografica. [...]

Scatole che racchiudono paesaggi e ambienti, uomini e animali, trasformando la riproduzione illusoria dei dati sensibili in delirio iperrealista da collezionismo. Con una realtà evidentemente messa sotto vetro, privata di atmosfera, messa tra parentesi. Costipata tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Ma cosa c’è dietro questo problema di percezione? Chi è l’attore protagonista sempre evocato, sempre atteso, e mai direttamente raffigurato? Ad una attenta riflessione non si può non concludere con una sola risposta: l’uomo. “Né angelo né bestia” secondo la definizione di Pascal, ma potenzialmente capace di toccare i due estremi, perennemente in bilico tra la polvere e l’altare, la dannazione e la salvezza. Capace di compiere gesti sublimi o, al contrario, terribili. L’uomo dunque come congiunzione ideale tra la caducità del mondo delle forme e l’immortalità degli dei. La cui presenza è qui affidata al sentimento di natura e alla costruzione mitologica. [...]

Al culmine di una prolungata crisi, in età contemporanea, della società occidentale e della cultura che essa esprime, in epoca di post esasperati e in pieno melting pot culturale bulimico e autoreferenziale, l’arte di Paolo Sciancalepore opera dunque un colto e sapiente pastiche postmoderno, un raffinato gioco mescolatorio di stili e esperienze, una ricerca sull’uomo e la sua eterna altalena tra l’esperire e il sognare, tra il costruire e il ri-costruire fantasticamente un ordine. Con la neanche troppo segreta speranza di acchiappare un giorno Balio e Xanto, e fuggire lassù, dove il mito ha avuto origine.


Gaetano Centrone




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Presentazione

  • : PAOLO SCIANCALEPORE
  • : Sito finalizzato alla conoscenza/diffusione della mia arte e stabilire possibili contatti finalizzati a organizzare mostre personali anche all'estero, conoscere altri artisti in sintonia con il mio stile pittorico.
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